domenica 23 novembre 2014

Pista satanica dietro l'omicidio di Sarah Scazzi?

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«Avevo ragione io e, finalmente, la verità sta venendo a galla. Mia figlia Sarah aveva scoperto che qui ad Avetrana si celebrano terribili riti satanici, nei quali è coinvolta anche Sabrina. Adesso mia nipote deve dire tutto quello che sa. Deve spiegare dov’e e cosa avveniva in quel misterioso casolare di cui parla nella telefonata che è stata intercettata dai carabinieri». Chi parla con Giallo è Concetta Serrano Scazzi, 52 anni, mamma di Sarah Scazzi. La donna, sconvolta, mentre si sfoga tiene tra le mani un documento che potrebbe segnare una svolta nelle indagini di uno dei casi di cronaca più sconvolgenti degli ultimi anni: romicidio di sua figlia Sarah, appunto. Su questo foglio, finora mai pubblicato, è trascritta una misteriosa conversazione telefonica, intercettata dai carabinieri, tra la nipote Sabrina Misseri, condannata in primo Sarah, e un suo amico, Alessio Pisello. Questa conversazione risale ai primissimi giorni dopo la scomparsa di Sarah, avvenuta il 26 agosto 2010. Era il 4 settembre e Avetrana era ancora una tranquilla cittadina della costa pugliese, pochi, ancora, sapevano della scomparsa di Sarah, il cui corpo fu ritrovato più di un mese dopo, il 7 ottobre. Nei primi giorni dopo la scomparsa della ragazzina, i carabinieri seguivano principalmente la pista dell’allontanamento volontario. Tutti i telefoni delle persone che ruotavano intorno a Sarah erano dunque sotto controllo: il sospetto infatti era che qualcuno scoprisse la sua fuga. Alle 9,45 di quel 4 settembre, a soli sette giorni dalla sparizione di Sarah, Sabrina Misseri, mentre si trovava a casa con la sorella, chiamò al telefono il suo amico Alessio Pisello e disse:«Hei, Alè, ma tu lo hai detto ai carabinieri di quella masseria?». Pisello rispose: «No, ancora no, perché non c erano. Non ti preoccupare… tanto ce chi sta andando prima di loro… Non ti preoccupare. Stanno andando, stanno andando… un paio di amici, in massa». Concetta guarda fisso il documento e stringe i denti per la rabbia. Dice la donna, con la solita calma che, però, tradisce l’emozione: «Adesso dobbiamo scoprire dove questo posto e, soprattutto, capire perché mia nipote non voleva che carabinieri andassero prima dei suoi amici. Cos’aveva da nascondere li?». E dilaniata, la povera Cosima. Da una parte ha paura di scoprire gli aspetti più nascosti della vita della sua bambina. Dall’altra, però, sa che questa nuova intercettazione non fa che confermare i suoi sospetti iniziali: «Ora ne sono sicura, lì avveniva qualcosa di losco che mia figlia sapeva e che non doveva raccontare a nessuno. Io l’ho sempre detto». Concetta, infatti, fin dall’inizio ha parlato di “riti malefici e messe nere” di ceri accesi che allungano le ombre dei muri devastati e sporchi di vecchi casolari. Oppure, di luoghi dove si consumavano sporchi giochi di lussuria e del vizio. Continua Concetta Scazzi: «L’ho sempre pensato leggendo i diari di mia figlia e vedendo i poster che appendeva nella sua stanza.
Non mi sono mai piaciuti». In effetti, Sarah era attratta da tutto ciò che si accostava all’esoterismo, il mistero, l’eccesso. La sua stanza era tappezzata di foto di Marilyn Manson, il chiacchierato cantante statunitense bocciato dalla chiesa come l’Anticristo. Lei stessa amava presentarsi con il volto cereo e gli occhi truccati pesantemente e vestiva quasi sempre di nero. Ed è un caso che, poco prima di morire, Sarah avesse preso in prestito dalla biblioteca di Avetrana un libro su alcune sparizioni misteriose, dall’inquietante titolo Segreti di morte? Certo è che quale sia il luogo a cui si riferiscono Sabrina Misseri e il suo amico Alessio Pisello nell’intercettazione, rimane un mistero. Nessuno degli investigatori, infatti, ne ha mai chiesto conto ai protagonisti. Se lo chiede oggi mamma Concetta:«Perché non glielo hanno chiesto? E perché non glielo chiedono adesso a questi due? Mia nipote deve spiegare dove si trova quel luogo e cosa centra con la morte della mia Sarah. Io devo sapere cos’è successo». Ed ecco che, a tre anni di distanza da quei fatti, un altro mistero confonde le poche certezze dell’orrendo delitto di Avetrana. Gli ingredienti del giallo, ancora una volta, ci sono tutti: un casolare abbandonato tra gli infiniti uliveti che circondano il piccolo paese sul confine delle tre province di Taranto, Lecce e Brindisi. Il desiderio di una presunta assassina che vuole tenere il più possibile lontano da quel posto le persone impegnate nelle ricerche della cugina scomparsa. E la tenacia di una madre che, per dare un senso al proprio, immenso, dolore, non si arrende. Concetta Serrano, infatti, non si è mai accontentata dell’unico movente che, secondo i giudici, avrebbe spinto Sabrina a uccidere la cugina: la sua gelosia nei confronti della cugina Sarah. Concetta non vuole escludere nessuna pista alternativa. Nemmeno quella, terribile, secondo cui Sarah sarebbe stata uccisa perché era venuta a conoscenza dei riti satanici che si svolgevano ad Avetrana. E proprio questo il secondo movente a cui si riferiva il pubblico ministero Mariano Buccoliero nel processo contro Sabrina e Cosima Misseri?«NON VOLEVANO FARLA PARLARE» In quell’occasione, infatti, l’uomo sostenne che era difficile pensare che Sabrina avesse ucciso sua cugina solo per la sua gelosia nei confronti di Ivano Russo, 26 anni, il ragazzo conteso tra le due. Il pubblico ministero fece riferimento a «qualcosa di grave legato allo stato di tensione tra le due cugine, la pubblicità dei rapporti intimi tra Sabrina e Ivano, e discussioni tra Sabrina e la madre per quello che avrebbe detto la gente». Cosa non doveva dire la ragazzina alla gente? Il pubblico ministero non lo disse chiaramente, ma lo lasciò intendere: «Se Cosima Misseri è uscita e ha preso lauto per riprendere Sarah, vuol dire che era necessario impedire che la ragazza tornasse a casa e raccontasse le ragioni del litigio e tutto ciò che era accaduto in casa Misseri». Cos’e che Sarah non avrebbe dovuto raccontare? Forse ciò che accadeva nelle campagne di Avetrana nelle sere dedicate a Satana? Questo è quello di cui è convinta Concetta. D’altra parte, anche Avetrana è piena di misteri e di casolari sparsi nelle campagne dove sono evidenti le tracce di sinistre attività. Uno, in particolare, è frequentato dalle coppiette e da alcuni ragazzi, tra i quali gli amici di Sarah e Sabrina. Questo casolare è pieno di scritte e graffiti dall’inequivocabile significato esoterico: In paese lo chiamano “la casa dell’Africa”. Si dice che proprio qui, molti anni fa, la giovane figlia di una nobile famiglia che ci abitava morì cadendo in un pozzo. E questa la masseria che tanto preoccupava Sabrina Misseri al telefono?


Fonte: retenews24.it



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