martedì 25 novembre 2014

Abdul, l’uomo che protegge la foresta

Circa 40 anni fa Abdul Kareem comprò cinque acri di terra in un’area disabitata di Kasargod, nel distretto di Malabar, nel nord del Kerala, in India. Poi ha comprato altra terra, fino ad arrivare a oltre 30 acri e ha piantato molto alberi. Lì ha fatto crescere e ha custodito la sua foresta, un inno alla natura.

Faceva l’agente di viaggio ed era lontano cinque giorni a settimana; in un primo momento aveva pensato che quel terreno gli sarebbe servito per trovare un po’ di relax tra uno spostamento e l’altro. Abdul Kareem ha comprato prima cinque acri, poi è arrivato a oltre 30, ha piantato alberi e ha trasformato quella terra in una foresta vibrante. Mano a mano che la sua foresta cresceva, allo stesso modo cresceva in lui l’amore per quella vittoria della natura. «Prendersi cura della natura è la principale missione della mia vita» afferma Abdul, che oggi ha 68 anni. E’ nato in un villaggio vicino al mare, dove c’erano solo colline e giungla. Da bambino fantasticava sulle foreste  e quando ha comprato quella terra brulla e rocciosa, che a fatica permetteva alla vegetazione di crescere, è riuscito a vederci ciò che sarebbe diventata. «Ho lasciato che la foresta crescesse da sè» spiega. Nessuna irrigazione né fertilizzati, nessuna interferenza umana. In pochi anni è cresciuta una vegetazione fitta e verde con circa 300 specie di piante. Sono arrivati gli uccelli e hanno diffuso i semi ovunque. Quando ci si mette piede, sembra di entrare in un santuario, ha detto Roshan Shah, uno scrittore che è stato ospite di Abdul.
Tutt’intorno a quegli ettari di verde i terreni sono coltivati intensamente e forse è anche per questo che così tante specie animali hanno trovato rifugio proprio tra gli alberi di Abdul, dagli uccelli ai serpenti, dai mammiferi agli insetti. E c’è acqua pura, rigenerata grazie al rigenerarsi dell’ambiente. La temperatura all’interno della fitta vegetazione è la più bassa dell’intera regione e proprio nel cuore della foresta c’è un piccolo cottage dove Abdul vive con la moglie. Quest’uomo buono e generoso permette ai vicini di attingere alle sorgenti sulla sua terra e di cogliere frutti e foglie per ricavarne medicamenti. «Un giorno mi ha fermato il proprietario di una catena di hotel – spiega Abdul – voleva comprare la mia terra e costruirci un albergo con un resort ayurvedico. Offriva un’enorme somma di denaro e mi avrebbe anche permesso di restare qui, ma ho rifiutato». Si è ricordato di quanto valga l’esempio e di quanto valga anche un solo pezzo di foresta per ispirare l’inversione di rotta di cui c’è assoluto bisogno.
Fonte:  ilcambiamento.it



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