martedì 17 giugno 2014

Omicidio Yara: la Procura voleva riserbo, ma Alfano...

Caso Yara, scoppia il caos. Alfano diffonde la notizia, la procura attacca: volevamo massimo riserbo. Che vergogna. La notizia diffusa ieri su Yara non doveva essere diffusa, o almeno non doveva esserlo in questi termini. E invece? E invece Abbiamo un ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che diffonde la notizia dell'arresto del presunto assassino di Yara Gambirasio. E lo fa su Facebook con questo agghiacciante messaggio. Alfano dà dell'assassino a una persona fermata e presunta tale. E in più rincara la dose parlando di "efferato assassino". Leggiamo:

Le Forze dell'Ordine, d'intesa con la Magistratura, hanno individuato l'assassino di Yara Gambirasio. Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l'impegno massimo, l'alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto. Oggi, due successi delle Forze dell'Ordine che dedichiamo ai familiari delle vittime e agli italiani onesti.

La procura è incredula e questa mattina fa sapere che:

"Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo" sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. "Questo - ha spiegato il procuratore capo di Bergamo, Francesco Dettori - anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza".


Suona polemico l'intervento del magistrato che guida la Procura bergamasca, infastidito per la marea di dichiarazioni, commenti, giornalisti e cameramen arrivati nella zona dopo la notizia dell'arresto di 'Ignoto 1'. Polemico, soprattutto nei confronti del ministro Angelino Alfano, titolare dell'Interno, visto che è stato lui - dagli uffici del ministero romano - a diffondere a gran voce la notizia del fermo.

Il procuratore di Bergamo ha aggiunto che "il fermo avrà il consueto iter di tutti gli altri". Gli atti saranno quindi trasmessi entro 48 ore dall'esecuzione del fermo al gip che ne avrà altre 48 per fissare l'udienza e decidere sulla convalida.


Fonte: tzetze.it

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